Roma: il divieto di accesso dei bus turistici in centro storico penalizza il turismo

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Netta flessione del turismo di fascia medio/alta per la Capitale a causa di emergenza rifiuti, degrado crescente e un sistema di trasporti urbani in perenne difficoltà.

Chi cerca qualità, servizi efficienti, una città ordinata e pulita, oggi non visita più Roma. È il dato che emerge da un’indagine condotta dall’Ente bilaterale per il turismo del Lazio che evidenzia per la Capitale una netta flessione del turismo di fascia medio/alta, quantificabile – assunto come riferimento l’indice di occupazione degli alberghi da tre a cinque stelle – nell’1,8% nel primo trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, a fronte di una crescita media nelle altre capitali europee pari invece all’1,3%.

Le ragioni di questo impoverimento dei flussi turistici diretti a Roma vanno ricercati negli enormi problemi che da tempo attanagliano la Capitale e a cui l’attuale amministrazione stenta a porre rimedio: l’emergenza rifiuti, il degrado crescente anche nelle aree del centro storico ed un sistema di trasporti urbani in perenne difficoltà. In questo contesto l’entrata in vigore da inizio 2019 del nuovo regolamento comunale di accesso degli autobus alle zone a traffico limitato rappresenta un’aggravante ed un ulteriore disincentivo alla scelta di Roma come meta turistica. A parte i considerevoli aumenti tariffari, è il divieto di accesso dei bus turistici in centro storico (ZTL C) a penalizzare maggiormente segmenti importanti del turismo di gruppo – soprattutto congressuale (che risente della forte concorrenza di Milano) e scolastico – in un momento in cui il centro, con due fermate della metropolitana chiuse da mesi, è praticamente “off-limits”.

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