EMPOLI, AL TERMINAL BUS UN CIPPO COMMEMORATIVO PER IL GIORNALISTA PEPPINO IMPASTATO

Un cippo commemorativo per Peppino Impastato, affinché le persone che transitano quotidianamente di fronte a quella targa, a due passi dallo scalo ferroviario di Empoli, possano dedicare un libero pensiero al giornalista siciliano e a tutte le vittime di mafia, cadute per la libertà.

Era questa la richiesta della mozione presentata da Pd con promotore il consigliere democratico Filippo Torrigiani e cofirmatario il collega della lista civica Lorenzo Ancillotti. Una mozione votata all’unanimità da tutto il Consiglio Comunale di Empoli.
La cerimonia ufficiale si terrà venerdì 24 novembre, alle 11. Saranno presenti, insieme al sindaco di Empoli Brenda Barnini, il Senatore Stefano Vaccari, membro della Commissione parlamentare Antimafia, Danilo Sulis, presidente della Rete 100 passi, Simona Neri, sindaco di Pergine Valdarno, Filippo Torrigiani, consigliere comunale e consulente della Commissione parlamentare Antimafia, Daniele Mancini, dirigente scolastico dell’Iiss Ferraris Brunelleschi.

Durante l’evento si terranno letture a cura del Laboratorio Teatrale ‘Ferraris Brunelleschi’, saranno presenti 100 alluni in ricordo dei ‘100 passi’: anche titolo di un film dedicato a Impastato, richiamano il numero di passi che occorre fare a Cinisi, per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti.

Il giornalista
Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano, venne ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, a Cinisi, nel palermitano, per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato. Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con
Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida.


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