GREEN DEAL: le reazioni dell’industria del trasporto su strada alle proposte della Commissione

“Il Green Deal Ue è il nostro modello di crescita, alimentato da innovazione, energia pulita ed economia circolare. La legge sul clima rende i nostri obiettivi climatici obblighi legali. Ora l’Europa è il primo continente a presentare un’architettura completa per soddisfare le nostre ambizioni climatiche“, così ierila presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando il pacchetto “Fit for 55”, un maxi piano composto da 13 misure per dare attuazione al Green Deal.

 Tra gli obiettivi principali per ridurre l’inquinamento e le emissioni c’è un maggiore carico fiscale sui combustibili. In particolare,  si punta a  passare dalla tassazione dell’energia basata sui volumi a una basata sul contenuto energetico dei combustibili.

Bruxelles punta poi a dire addio alle auto a combustibile entro il 2035. L’obiettivo  sarà raggiunto gradualmente e sarà accompagnato dalla creazione di un nuovo mercato della CO2 per il trasporto su gomma e per gli edifici. Gli introiti  finiranno in un fondo sociale per clima, dal valore stimato di 70 miliardi in 7 anni, con cui l’Ue potrebbe cofinanziare al 50% regimi di incentivazione nazionale per l’acquisto di auto a zero emissioni e la riqualificazione energetica degli edifici.

La Commissione punta poi a introdurre una ‘tassa’ sul contenuto di CO2 dei prodotti dei settori a più alte emissioni per tutelare l’industria europea dalla concorrenza di economie con norme sul clima meno stringenti. Il meccanismo dovrebbe essere operativo dal 2026 e riguardare settori come ferro e acciaio, cemento, elettricità, alluminio e fertilizzanti.

L’IRU  ha accolto con cautela alcune parti delle proposte Fit-for-55 della Commissione europea. “L’obiettivo di queste nuove misure dovrebbe essere quello di creare maggiori e nuove opportunità per l’industria del trasporto su strada per passare a tecnologie di combustibili alternativi economicamente sostenibili ed essere in grado di fare rifornimento in tutta l’UE“, ha affermato Raluca Marian, direttore dell’IRU Bruxelles – “Ma la Commissione sta anche cercando di rendere più costoso il trasporto su strada. L’IRU non vuole assistere ad un aumento sbilanciato dei costi complessivi per l’industria senza cambiamenti migliorativi, dato l’impatto negativo sulla mobilità collettiva, sul commercio e sulla competitività dell’UE“.

Per l’UITP gli ambiziosi obiettivi che l’UE si è prefissata non possono essere raggiunti senza fare del trasporto pubblico una priorità e incoraggiare il trasferimento modale.  La energy tax incide direttamente sui costi della mobilità sostenibile garantita dal trasporto pubblico di tutta Europa. Gli operatori del trasporto pubblico e le autorità contano sul vigente elenco di combustibili alternativi per rispettare le quote di appalto per autobus puliti stabilite dalla direttiva sui veicoli puliti e stanno già investendo di conseguenza.

Sconcerto e preoccupazione anche da parte di Anfia per la proposta, prevista nel pacchetto Fit for 55, di inasprire i target di riduzione delle emissioni di CO2 previsti dalla regolamentazione vigente. Anfia ritiene che lo sforzo richiesto dall’attuale proposta non tenga in debito conto gli impatti industriali, economici e sociali di scelte così ambiziose e categoriche.


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