ANAV Conference: la produzione di CO2 nel ciclo di produzione di energia elettrica

Nello spazio conferenze di Ibe Driving Experience, ANAV ha presentato lo studio “L’impatto delle alimentazioni alternative sulle emissioni inquinanti nel rinnovo del parco autobus del TPL”,  realizzato dalla società PTV-Sistema, spin-off dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Obiettivo: fornire gli elementi principali alla scelta di strategie di ricambio autobus in un’ottica di riduzione delle emissioni. Dopo aver illustrato le premesse dell’analisi nel precedente post, proseguiamo con i dettagli dello studio.

I risultati hanno evidenziato come in termini di inquinanti locali una scelta di investimento che includa anche autobus diesel porta a risultati migliori, in quanto le (comunque minime) emissioni allo scarico sono ampiamente compensate da un maggior tasso di sostituzione, derivante dal minor costo dei veicoli tradizionali, che porta a togliere dalla strada un numero superiore di veicoli obsoleti maggiormente inquinanti, fatto che peraltro incide molto positivamente anche sulla riduzione dell’età media del parco.

La questione CO2
Tutto dipende fortemente da ciò che si va a togliere dalla strada, la tendenza favorevole è decrescente rispetto alle tecnologie Euro: più il veicolo sostituito è di classe Euro superiore, più si ha una riduzione di gap tra alimentazioni tradizionali ed innovative. Discorso diverso per la CO2, che non è stata sensibilmente toccata dal processo evolutivo delle classi Euro, dunque effettivamente la mobilità elettrica può giocare un ruolo importante su questo aspetto, anche se la sua efficacia dipende fortemente però dalle modalità con cui l’energia elettrica viene prodotta. Ad oggi infatti, i dati dell’Istituto Superiore di Protezione Ambientale ci dicono che nel nostro paese, considerando il mix di fonti energetiche attuale, per produrre un kWh di energia elettrica vengono emessi circa 300 g di CO2. Considerando che un veicolo elettrico si può assumere che in media consumi circa 1,5-1,6 kWh per km, ciò vuol dire che ad oggi un veicolo elettrico nel nostro paese (che peraltro in termini di quote di rinnovabili nel mix energetico di produzione è comunque fra i più virtuosi in Europa) emette per km circa 500 g si anidride carbonica.

Quindi, anche se questa quantità è inferiore ai quasi 1000 di un veicolo a gasolio Euro VI, non ci dobbiamo mai dimenticare che fino a che la produzione di energia elettrica non sarà totalmente pulita anche il veicolo elettrico dovrà essere considerato emissivo di una certa quantità di CO2. Quantità di CO2 destinata a scendere nel tempo, in considerazione del continuo auspicabile incremento della quota di fonti pulite nella produzione dell’energia elettrica. Ma questa diminuzione di emissioni di CO2 per kwh si attesta oggi a circa 1,8% annuo (valore medio negli ultimi 8 anni) e dunque senza una reale accelerazione il tempo per considerare qualsiasi veicolo elettrico, così come qualsiasi apparecchio elettrico, totalmente carbon free sarà ancora molto lungo.

Nei prossimi giorni, approfondiremo i dettagli degli scenari simulati dallo studio in relazione alla tecnologia di alimentazione impiegata: diesel, metano, elettrico.


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