Certificato digitale europeo Covid: verso un approccio coordinato per garantire la libera circolazione

Da oggi, la Commissione renderà operativo il sistema per connettere il certificato digitale europeo Covid, con l’accensione del “gateway” che consente l’interoperabilità tra i diversi Paesi UE che hanno aggiornato i loro sistemi e adottato il quadro giuridico.

L’Italia si collegherà al “gateway”, ma non sarà nel gruppo di Paesi che sin da subito emetteranno i certificati o riconosceranno quelli di altri Paesi.

La piena operatività dei certificati avrà comunque luogo il 1° luglio.

La Commissione ieri, dando seguito alle indicazioni del Consiglio europeo ha proposto un aggiornamento della raccomandazione del Consiglio per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di circolazione nell’UE, soprattutto per allentare gradualmente le misure sui viaggi, a cominciare dai titolari del certificato COVID digitale UE:

La Commissione ha proposto in particolare di aggiornare i criteri comuni per la definizione delle zone a rischio: chi proviene da zone verdi non dovrebbe essere soggetto a nessuna limitazione; chi arriva da zone arancioni potrebbe essere obbligato a un test preliminare alla partenza; chi parte da una zona rossa potrebbe essere sottoposto a test o quarantena all’arrivo; per le zone rosso scuro, i viaggi non essenziali sono da scoraggiare fortemente, mentre test e quarantena rimangono obbligatori.

Gli Stati membri potranno anche togliere restrizioni alle persone che hanno ricevuto una sola dose di vaccino: alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno già annunciato l’intenzione di farlo.

La Commissione ha inoltre proposto di introdurre un “freno di emergenza” che permetta di rispondere alla prevalenza di nuove varianti problematiche o d’interesse e di regolare specificamente la situazione dei minori, così da assicurare uniformità di trattamento alle famiglie in viaggioe una durata di validità uniforme dei test.


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