UTA: intervista ad ALESSANDRO OLDRINI, ad AIR PULLMAN

A causa della pandemia, che si protrae ormai da più di un anno, sono diversi i settori che continuano ad essere in crisi. Tuttavia, grazie ai vaccini si sta cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel e si riaccende la speranza, soprattutto nel comparto del turismo. Proprio quest’ultimo è un settore che tutt’ora sta affrontando limitazioni importanti e che, purtroppo, ancora non ha potuto riprendere le proprie attività a pieno regime a causa delle limitazioni sui viaggi e sugli spostamenti.

UTA, in quanto azienda di servizi legati alla mobilità e al trasporto merci e passeggeri, ha voluto approfondire questa tematica con i propri clienti, intervistandoli e cercando di capire non solo in che modo sia stata affrontata questa grave e particolare situazione dai professionisti, ma anche le loro impressioni, esigenze e speranze per il futuro.

In questa occasione, UTA ha incontrato virtualmente Alessandro Oldrini, amministratore delegato di Air Pullman, azienda familiare che da oltre 70 anni opera nel trasporto passeggeri.

UTA – Ci può parlare della Sua azienda e della sua storia?

A.O. – In seguito alla scomparsa di nostro padre, nel 2001, io e mia sorella abbiamo portato avanti “Air Pullman”, un’impresa familiare che nel 2019 ha compiuto 70 anni. Ci occupiamo di trasporto pubblico locale, trasporto di linea aeroportuale, trasporto di lunga percorrenza e di noleggio sia di auto sia di autobus. Effettuiamo servizi di ogni genere con clienti anche abbastanza noti, tipo FieraMilano e altri enti, associazioni calcistiche, compagnie aeree e aziende per il trasporto dei propri dipendenti.

UTA – Che cosa ama di più del suo lavoro?

A.O. – È da tutta la vita che lavoro in questo settore, sono praticamente nato su un bus e a colazione mangio pane e autobus…cosa posso dire se non che del mio lavoro mi piace tutto! Certo, come in tutti i lavori, ci sono delle cose che mi piacciono un po’ meno ma, essendoci divisi i compiti in famiglia, io faccio prevalentemente tutto quello che mi piace, occupandomi di operativo, commerciale e relazioni.

UTA – Come ha vissuto l’ultimo anno?

A.O. – È stato un anno particolare e di incredulità generale. Vedere le strade completamente deserte, la chiusura degli aeroporti, non sentire altre auto sulle strade, le città desolate…sicuramente ci ha e mi ha pesantemente scosso.

È stata però anche un’occasione per fermarsi e riflettere in generale, e per valutare quali sono le possibilità di efficientamento e di razionalizzazione all’interno dell’azienda.

UTA – Come categoria vi siete sentiti rappresentati e raccontati?

A.O. – ANAV ci ha, secondo me, degnamente rappresentati e tutelati e ha fatto sentire la voce e le problematiche di tutto il settore. Unendo le forze, in molti casi abbiamo ottenuto importanti risultati e in altri, invece, speriamo che arrivino presto.

UTA – Come avete affrontato le diverse restrizioni imposte dalla pandemia?

A.O. – Nella prima fase, durante il lockdown di marzo 2020, ci siamo preoccupati di fare una messa a punto complessiva di ogni singolo veicolo pensando che il periodo di sosta e di assenza di spostamenti non fosse così lungo. Fin da subito abbiamo anche impostato tutte le sanificazioni previste dalla legge e abbiamo introdotto le segnaletiche anti-Covid all’interno dei nostri veicoli. Col passare del tempo, però, ci siamo resi conto che la situazione non si sarebbe risolta in tempi brevi e così abbiamo continuato ad effettuare i servizi rimasti attivi, sia con le linee di TPL sia con le linee aeroportuali. Arrivata l’estate poi, fortunatamente, abbiamo potuto riprendere anche con i viaggi su lunga percorrenza.

Inoltre, abbiamo supportato i servizi e le linee TPL di enti come ATM, oltre alle nostre stesse linee di TPL, mettendo a diposizione gli autobus che erano rimasti inattivi, a causa di chiusure di aziende e dell’aumentare dello smart-working o anche per l’annullamento di eventi fieristici.

UTA – Cosa si aspetta dai prossimi mesi? Ha qualche speranza?

A.O. – Come tutti, continuo ad avere la speranza di tornare alla normalità il prima possibile, riprendendo a vivere con tutte le libertà che avevamo prima della pandemia, naturalmente tutelando la propria salute e quella altrui. Speriamo che, un passo alla volta, questo momento arrivi molto presto.

UTA – Cosa potrebbe emergere di positivo da questa situazione e che bilancio si può trarne?

A.O. – Sicuramente, quest’anno ci ha insegnato il valore del tempo…fare la fila per entrare in un negozio, che sia un supermercato o una farmacia, ci ha obbligati a rallentare, facendoci gestire il nostro tempo in modo migliore e facendoci riscoprire una tranquillità che la nostra precedente vita frenetica ci aveva fatto dimenticare. Tutte queste limitazioni ci hanno anche portato a far tesoro dei piccoli gesti, ridando valore ai più piccoli atti di gentilezza e facendoci apprezzare maggiormente cose che prima davamo per scontate e che, invece, ora che ci sono state tolte, abbiamo reimparato ad apprezzare.

Per quanto riguarda i trasporti, nello specifico, credo che le innovazioni tecnologiche che si sono iniziate a pensare per una corretta gestione del trasporto e per cercare di evitare sovraffollamento, ci lascerà una miglior qualità di vita per le nostre attività.

UTA – Come pensa che sarà viaggiare dopo la pandemia?

A.O. – Si sente parlare sempre di più della volontà di aggiungere nuovi tasselli nella documentazione da fornire per poter viaggiare, come il Certificato Covid Digitale UE. Secondo me, quindi, ci sarà questo controllo ulteriore per far sì che se uno non è in pienissima forma non potrà viaggiare. Sicuramente qualcosa cambierà.

UTA – In particolare, c’è qualche posto in cui le piacerebbe tornare o verso cui viaggiare?

A.O. – Io ho tantissimi amici sparsi per l’Europa e per l’Italia e ovunque si possa andare a tornare a farsi una bella mangiata, per me va bene. Non ho particolari voglie di località ma ho proprio voglia di tornare a passare delle belle giornate con gli amici di sempre.


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