Bus Magazine n. 1-2021: Riforma del TPL, serve davvero?

La buona tenuta, in tutti i territori, del sistema di TPL con la ripresa della didattica in presenza, dovrebbe esser servita a dimostrare che, con una buona organizzazione e programmazione a monte, l’offerta di mobilità collettiva è in grado di reggere anche uno stress test eccezionale come quello di garantire un trasporto in sicurezza di cittadini, lavoratori e studenti con una capacità di carico dimezzata rispetto alla normalità.

Eppure, l’assioma mediatico secondo cui il trasporto pubblico locale sarebbe inadeguato e insicuro nell’attuale contesto epidemiologico non sembra essere rientrato, tanto che c’è stato bisogno di istituire una nuova commissione di studio in seno al Mit con il compito di avanzare proposte per la riforma del settore.

Più che una nuova ulteriore riforma sarebbe maggiormente atto allo scopo concentrare le energie sull’adozione di provvedimenti utili a dare concreta attuazione alle norme già in essere – e ce ne sono – facilitando e migliorando il processo con l’adozione di limitate e chirurgiche nuove norme.

In ogni caso, la messa in atto della riforma non può prescindere dalla previsione di misure di carattere eccezionale e transitorio che consentano, da un lato, di riassorbire il rilevantissimo squilibrio economico finanziario venutosi a determinare a seguito dell’emergenza epidemiologica e, dall’altro, consentano la concreta e rapida utilizzazione delle ingenti risorse messe a disposizione dal Next Generation Ue e dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Leggi l’articolo sulla Riforma del TPL nel numero 1-2021 di Bus Magazine.


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