UTA: due parole con Innocenzo Grassani, ceo di GRASSANI srl

Continua il progetto di UTA, nato per dar voce ai protagonisti del viaggio e analizzare in particolar modo le problematiche e le sfide imposte dalla pandemia e dalle relative restrizioni.

In questa occasione, UTA ha scambiato una piacevole conversazione con Innocenzo Grassani, CEO di Grassani s.r.l., un’azienda familiare che negli anni è cresciuta e sta crescendo ulteriormente, mantenendo comunque la tradizione familiare grazie alla passione tramandata di generazione in generazione.

UTA – Ci può parlare di Lei e della storia della sua azienda?

I.G. – Il Gruppo Grassani è composto da più realtà: vi sono la Grassani, azienda familiare nata nel 1947, la Grassani e Garofalo acquisita nel ’77 e, da fine del 2018, la Voulaz, un’azienda storica di Milano. Il Gruppo opera ad ampio raggio nell’ambito dei trasporti: partiamo dal noleggio delle auto, d’epoca e moderne, per arrivare agli autobus sia a noleggio che di linea. Inoltre, da qualche anno, abbiamo anche un terminal bus di proprietà nella città di Matera.

UTA – Che cosa Le piace di più del suo lavoro?

I.G. – La cosa che amo di più del mio lavoro è il mio lavoro, perché è insito nella mia vita. Per me rappresenta la quotidianità da sempre: l’ho vissuta nei giochi da piccolo e la vivo oggi da grande. Mi ha dato e mi dà la possibilità di conoscere molte persone, di muovermi, …Al tempo stesso, può essere sì noioso, difficile, ti pone spesso davanti a problemi, ma è proprio nei problemi che senti di più l’attaccamento a quello che stai facendo, alle persone che hai intorno, e alle realtà che hai contribuito a costruire e che cerchi di consolidare e far crescere.

UTA – Visto che abbiamo parlato di problemi, arriviamo al punto dolente di questa intervista, ovvero come avete vissuto questo ultimo anno e in particolare vi siete sentiti rappresentati e raccontati come categoria?

I.G. – Lo abbiamo vissuto come un anno a luci spente. Noi facciamo tanto noleggio, sia a Milano che in Basilicata, e ovviamente è quello che ha subito il colpo maggiore. Dal punto di vista del trasporto sicuramente il nostro settore ha la sua rappresentanza ed è portata avanti in maniera egregia da ANAV. Per la parte turistica, molte aziende che si dedicano solo o prevalentemente al noleggio di autobus hanno sofferto molto questa situazione, per ovvi motivi. Noi, inoltre, non siamo puro trasporto e non siamo puro turismo; siamo una categoria ibrida, che tendenzialmente non viene identificata e difficilmente viene compresa. Di conseguenza, a cascata, affrontiamo tutte quelle problematiche derivanti dalla mancanza di aiuti concreti, ristori e supporto. Possiamo dire quindi che c’è un vero e proprio vacuum, anche legislativo, che comporta un’assenza di riconoscibilità e che amplifica quelli che sono già i problemi di un anno comunque totalmente in ombra.

UTA – Oltre a questo vuoto legislativo che non riconosce l’ibridità del vostro settore e non riesce quindi a identificare e proporre degli aiuti reali per la vostra categoria, sono state imposte diverse limitazioni e restrizioni. Voi come le avete affrontate?

I.G. – Innanzitutto, abbiamo riconvertito parte della flotta a noleggio, sia a Milano che in Basilicata, nel servizio dei trasporti regolari, supportando in maniera diretta il nostro TPL e le linee TPL gestite da altre aziende. Poi, abbiamo implementato le indicazioni e i sistemi obbligatori, che, almeno in parte, eseguivamo anche prima di questa situazione (come la pulizia interna, l’igienizzazione, la sanificazione). Infine, abbiamo approfittato di questo momento per ricostruire e rinnovare l’organizzazione e gli assetti interni.

UTA – Secondo lei, cosa potrebbe emergere di positivo da questa situazione e che bilancio si può trarne?

I.G. – Le crisi sono un’opportunità; un’opportunità che sicuramente è difficile da vedere, ma che se la si cerca e si prova a guardare un po’ più lontano diventa uno dei motivi che ci aiuta ad uscire fuori dal tunnel.

UTA – Come pensa che sarà viaggiare dopo la pandemia?

I.G. – Come sarà? Eh, questa è una bella domanda… intanto ci auguriamo che ci sarà, il viaggiare, e già sarebbe una gran cosa. Detto questo, presumo che molte limitazioni e accortezze ci saranno anche in futuro. Da parte nostra, queste attenzioni saranno legate a come l’autobus debba presentarsi, ovvero innovativo tecnologicamente, pulito, igienizzato, sanificato; e dall’altro canto, penso sia importante mantenere alcune pratiche odierne, come l’utilizzo della mascherina.

UTA – E quando si potrà ritornare a viaggiare c’è qualche luogo in cui vorreste ritornare?

I.G. – Purché si riempia un pullman, va bene qualsiasi luogo.  Che sia di 10 km o di 1000 è indifferente, l’importante è che ci sia l’idea del viaggio in sé. Quindi va bene tutto: l’unica cosa che ci preme in questo momento è ricominciare a riscoprire il gusto di viaggiare.

 


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