Turismo: gli europei posticipano i viaggi al 2021

Secondo l’ultimo rapporto “Monitoring Sentiment for Domestic and Intra-European Travel: Wave 2” pubblicato dalla European Travel Commission (Etc) i viaggiatori europei hanno un atteggiamento stabile e positivo nei confronti del viaggio, ma i timori di ammalarsi a destinazione e le restrizioni di quarantena hanno portato a posticipare i viaggi al 2021.
Analogamente ai risultati del primo rapporto, la maggioranza degli intervistati (54%), indica che intende fare un viaggio nei prossimi sei mesi. Viaggiare in Europa è la scelta migliore con la stessa percentuale di intervistati (39%) che prevede di viaggiare sul territorio nazionale e in altre località europee. Tuttavia, il sondaggio evidenzia un calo del 18% nella preferenza dichiarata per i viaggi prima della fine del 2020 e un leggero aumento dell’incertezza sui tempi esatti (+ 6%) e sulla destinazione specifica (+ 8%) rispetto ai dati raccolti precedentemente.

Il tempo libero è la motivazione principale per quasi il 65% degli europei intervistati con piani a breve termine, mentre per un altro 20% lo sono visite ad amici. Nonostante l’effetto pandemia sulle destinazioni urbane, i city break prevalgono come tipo di viaggio preferito dal 21% degli intervistati. Allo stesso tempo, con l’inverno in arrivo, sembra esserci un forte aumento del 39% della quota di intervistati che opta per le vacanze sugli sci e sullo snowboard.

Con i casi di contagio in aumento, la salute e la sicurezza sono l’aspetto primario in qualsiasi programma di viaggio degli europei. Il viaggio aereo continua a essere considerato la parte meno sicura di un viaggio secondo il 20% degli intervistati. L’esistenza di politiche di cancellazione flessibili è ora il principale motore del processo decisionale tra gli europei, attestandosi quasi all’11%.
Dai risultati emerge che le preoccupazioni principali per coloro che intendono viaggiare a breve termine sono rappresentate dalle misure di quarantena (15%).
Anche l’incertezza sul timing di un viaggio è un problema importante, con circa il 35% degli europei che non sa quando viaggerà dopo.


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