Anav Lombardia, Locatelli: necessario rilanciare il tpl in una visione sistemica

Massimo Locatelli, presidente di ANAV Lombardia, in un’intervista rilasciata alla rivista Autobus, è intervenuto oggi in merito alla lettera che l’Agenzia Trasporto Pubblico di Bergamo ha inoltrato al Ministro Giovannini, all’assessore Terzi e alle più importanti cariche responsabili del trasporto pubblico.

L’Agenzia bergamasca ha sollevato il problema della sostenibilità economico-finanziaria del TPL, un settore strategico per il territorio e i suoi abitanti che è pesantemente sostenuto (per oltre i 60% dei suoi costi) dalla fiscalità pubblica per il tramite di contributi che si assommano alle entrate (introiti tariffari) degli utilizzatori dei mezzi pubblici.

Locatelli sostiene l’iniziativa dell’Agenzia Trasporto Pubblico Bergamo della quale riconosce non solo la fondatezza, ma anche la necessità se si intende salvare dal dissesto il TPL in una prospettiva già solo di medio termine.

Sono già mesi, se non anni», precisa il presidente Locatelli «che sollecitiamo sia con riunioni sia con documenti specifici la politica regionale e le pubbliche amministrazioni ad affrontare le criticità, peraltro in crescita, del TPL in una prospettiva sistemica, cioè dotata di una visione strategica che superi il contingente del giorno per giorno. Gli operatori titolari dei contratti di servizio e di (ancora) qualche concessione di TPL sono imprese e, come ogni impresa, devono poter programmare organizzazione e investimenti almeno con un minimo accettabile di attendibilità: non essere costrette a vivere alla giornata confidando in provvedimenti parziali e mai risolutivi. Ma questo non avviene: già le risorse statali del Fondo Nazionale (FNT) sono attribuite alla nostra Regione in proporzione inique (17%) rispetto alla reale produzione dei servizi (23%) sul territorio e avvantaggiano senza motivo altre Regioni che sono evidentemente state più abili della Lombardia a trattare. Inoltre a ciò si aggiungono criticità e pesantezze specificamente lombarde».

Per Locatelli lo scenario che si profila è palesemente assurdo. “Da un lato – dice –   la politica inneggia alla transizione ecologico-ambientale che comprenderebbe un drastico ridimensionamento del ricorso al mezzo privato, minor inquinamento, minor usura delle infrastrutture viarie etc e dall’altro fa mancare le risorse necessarie affinché questa si realizzi in tempi compatibili. Da un lato inibisce, nei piani pubblici di ammodernamento dei mezzi, la motorizzazione diesel Euro 6 che è sicura sotto il profilo ambientale ed è la più economica e dall’altro spinge per la motorizzazione a metano che è un gas serra e già nel mirino della UE. In altro provvedimento ci vietano di acquistare autobus elettrici obbligandoci a prendere autobus a metano ( clima alteranti) o a idrogeno che non saranno disponibili prima di 4/5 anni a costi 4/5 volte superiori agli attuali. 

“Le aziende – evidenzia ancora Locatelli –  sono e vogliono la transizione energetica, ma fatta con pragmatismo e cognizione del rapporto “spesa sostenuta/effetto ottenuto” evitando voli pindarici”.  

Pe il testo integrale dell’intervista cliccare qui

 

 


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