Bus Company, Enrico Galleano: “Trasporti ridotti ma restiamo al servizio del territorio”

Nonostante le corse fortemente ridotte, il servizio va avanti per garantire la mobilità a chi deve spostarsi per necessità improrogabili come alcuni lavoratori e il personale medico. Enrico Galleano, amministratore delegato di Bus Company, ha illustrato nel corso di un’intervista la situazione del trasporto pubblico in questo momento di difficoltà.
Bus Company Srl ha sede a Saluzzo (Cuneo) e rappresenta una delle più importanti realtà per il trasporto persone in Piemonte: opera nel trasporto pubblico locale e nel noleggio bus.

“Dopo una prima riduzione del 30%, con il blocco del servizio scolastico, si è arrivati a un fermo ancora maggiore. Su 350 dipendenti ne sono operativi circa 150. Il volume dei servizi erogati è poco più di un terzo. In un normale giorno feriale avevamo circa 50 mila viaggiatori, oggi sono circa 2mila, soprattutto badanti, personale medico e qualche lavoratore che non ha un mezzo privato”.

Sull’ipotesi di un possibile ulteriore taglio delle corse, Galleano ha spiegato che la definizione della rete di trasporti spetta all’Agenzia della mobilità metropolitana, poi c’è un contatto con le aziende per valutare le necessità: “a questo si aggiunge la volontà politica di continuare a servire linee o paesi considerati essenziali, anche solo per poche persone”.

“Nonostante abbiamo più dei due terzi di lavoratori a casa ci sembra giusto metterci al servizio del territorio. Siamo disponibili a creare delle navette per accompagnare i medici che dovranno arrivare al nuovo ospedale di Verduno. E siamo anche disponibili a far spostare il personale sanitario proveniente da altre parti d’Italia. Vorrei sottolineare la gratitudine per gli autisti e la loro disponibilità. Abbiamo preso ogni misura per evitare il contatto fisico tra i passeggeri. Inoltre abbiamo predisposto una copertura assicurativa per tutti gli autisti. La nostra vera forza”.

Rispetto all’eventualità cassa integrazione per i lavoratori, Galleano ha detto che l’azienda ha già chiesto di accedere al fondo di solidarietà degli autoferrotranvieri per tre-cinque settimane, “poi dovremo accedere alla cassa integrazione in deroga e questo ci preoccupa perché temiamo che, arrivando dopo, ci possano essere meno risorse. Oltre ad avere un servizio ridotto continuiamo a mandare avanti un esercizio in perdita. La biglietteria, che per i nostri conti pesa il 35%, è praticamente annullata”.

Tutto fermo anche per le corse Flixbus e per l’agenzia di viaggi dai primi giorni di marzo, ma il futuro, nonostante tutto, prevede nuovi progetti: servizi in modalità sharing mobility alla ripartenza dell’anno scolastico e interventi alla parte infrastrutturale, in particolare all’autostazione di Torino: “In città manca una infrastruttura per le linee internazionali e interregionali con postazioni, luoghi di attesa, foresterie per gli autisti e officina per i mezzi. Siamo convinti che quando si ripartirà si dovrà andare più veloci”.


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