Il Codice della strada verso la riforma: i suggerimenti di ANAV

È attualmente in fase di discussione alla Camera dei deputati una serie di disegni di legge di modifica del codice della strada. Un nuovo tentativo di riforma del D.Lgs. 285/1992 dunque, o comunque di modifica in molte parti, dopo quelli della precedente legislatura, rimasti però bloccati prima della loro approvazione. Le materie oggetto di tentativo di modifica sono molte: dalla mobilità con sistemi non tradizionali (come i monopattini elettrici, gli skateboard e gli hoverbopard) alle caratteristiche tecniche dei veicoli, da specifiche novità riguardanti le biciclette all’innalzamento dei limiti di velocità in autostrada.

In questa spaziosità di materie toccate, vi sono alcuni temi che, direttamente o indirettamente, riguardano il trasporto con autobus: la possibilità di accesso per le biciclette alle corsie preferenziali, l’innalzamento dell’età massima per guidare gli autobus da 60 a 65 anni e da 68 a 70 nel caso di conseguimento dello specifico attestato sui requisiti fisici e psichici, l’allungamento della sagoma per gli autosnodati ed i filosnodati a 18,75 metri e l’obbligo per gli autobus di essere dotati di segnalazione acustica nel caso non venga azionato il freno di stazionamento.
Sulla base di quanto proposto l’Associazione ha inviato un documento, anche in vista di un eventuale audizione, al fine di commentare e segnalare criticità su quanto oggetto della procedura legislativa nonché suggerire modifiche aggiuntive rispetto a quanto attualmente già in discussione.
Anav, in particolare, ha espresso perplessità rispetto all’innalzamento dell’età massima per la guida. Oltre a mal conciliarsi con gli attuali orientamenti politici generali circa l’età pensionabile, un innalzamento dell’età massima pone forti dubbi sull’affidabilità del conducente e dunque il rispetto degli standard di sicurezza, che fanno attualmente dell’autobus il mezzo di trasporto su strada più sicuro.

Sicurezza alla circolazione che viene inoltre chiamata in causa dalla proposta di provvedimento che prevede la possibilità di accesso alle corsie preferenziali da parte delle biciclette. Il provvedimento prevede in realtà che l’accesso sia autorizzato solo dove sussistano idonee condizioni di sicurezza, ma il quesito che nasce naturale è proprio circa l’improbabile esistenza delle condizioni di sicurezza nella convivenza tra autobus (e ambulanze, auto delle forze dell’ordine, ecc.) e le biciclette. Fatto aggiuntivo altrettanto importante poi, il decadimento della qualità della circolazione (intesa come velocità commerciale) data dalla presenza nella medesima sede stradale di veicoli con velocità profondamente diverse.
Scopo della circolazione in sede protetta è infatti quello di aumentare la velocità commerciale del Trasporto Pubblico Locale che rispetto all’auto privata è già fortemente penalizzato dalle fermate necessarie al carico ed allo scarico dei passeggeri, rendendolo così da un lato maggiormente attrattivo, in quanto il gap di velocità commerciale si riduce, e dall’altro maggiormente sostenibile dal punto di vista economico.
La circolazione promiscua con un numero elevato di biciclette, oltre ad una questione di sicurezza, andrebbe notevolmente a ridurre l’efficacia intrinseca della corsia preferenziale stessa.

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