Il settore del TPL in Italia: un confronto con il contesto europeo

I numeri del tpl in Italia mostrano che nel nostro Paese le caratteristiche dimensionali sono analoghe a  quelle dei maggiori paesi europei.

E’ quanto emerge da un confronto con la situazione del tpl nei principali paesi europei condotto da uno studio Anav sulla base di dati Eurostat.

Le circa 700 imprese titolari di contratti di servizio/atti di affidamento, rispetto al totale delle aziende pari a circa 1200 unità, descrivono un fenomeno aggregativo spontaneo.

Anche i dati relativi al fatturato e ai dipendenti dimostrano che i numeri italiani sono sostanzialmente analoghi agli altri paesi europei. Anzi, la numerosità delle aziende in Italia è in calo, a differenza di altri paesi in cui negli anni queste sono aumentate.

Il tpl in Italia esce perdente, invece, per quanto riguarda il dato relativo al parco autobus: nel 2019 l’età media del nostro parco rotabile era di 12,2 anni a fronte dei 6,9 della Germania, 7,9 della Francia, 7,7 del Regno Unito e 8 della Spagna.

La situazione ad oggi ha visto un leggero miglioramento nella distribuzione delle classi euro, ma lo strutturale insufficiente tasso di ricambio e la crisi pandemica hanno peggiorato il dato  della vetustà  e ridotto le immatricolazioni annue del 30%.

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