Vinella (ANAV) al Sole 24 Ore: “Nel medio periodo occorre ripensare il ricorso generalizzato allo smart working”

I pesanti impatti del ricorso generalizzato allo smart working su diversi settori economici tra i quali il sistema del trasporto pubblico locale, sono stati al centro di un’intervista rilasciata dal Presidente dell’ANAV Giuseppe Vinella al “Sole 24 Ore”.

Vinella ha affermato la necessità nel medio periodo di “ripensare il ricorso generalizzato allo smart working, che pure ha assolto una funzione importante nella gestione dell’emergenza, ma ora rischia di diventare un ulteriore strumento di crisi per interi settori dell’economia. Non solo dei trasporti, ma per le nostre città, già duramente colpite dall’assenza di turisti”.

Considerazioni analoghe sono state espresse anche dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che in più occasioni ha sottolineato come, superato il lockdown, occorra ora ripensare lo smart working, e ristabilire un clima di chiarezza e positività nel Paese nella consapevolezza che la formazione del personale, la crescita professionale e la trasmissione dei saperi vengono inevitabilmente meno con il lavoro da remoto.

Sul fronte TPL, l’ANAV ha evidenziato che prima della pandemia il tempo dedicato mediamente dagli italiani agli spostamenti casa-lavoro risultava essere di un’ora e 30 minuti al giorno e la distanza media percorsa era di 49 km al giorno, per un totale di 22,4 milioni di occupati che quotidianamente si muovevano con i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro.
Durante il periodo di lockdown milioni di spostamenti casa-lavoro sono stati cancellati e, rispetto ai 570mila smart workers pre-Covid, la stima attuale è di circa tre milioni e mezzo di persone in smart working, numero che è prevedibile rimanga stabile fino a quando l’emergenza epidemiologica non sarà definitivamente superata.
In questo contesto, secondo le stime dell’ANAV riprese dal Sole 24ore, la riduzione media di passeggeri trasportati nel periodo gennaio-agosto è stata pari a circa due miliardi di unità (il 60% circa) e per l’ultimo quadrimestre dell’anno, tenuto conto del riavvio delle attività didattiche e del distanziamento obbligatorio sui mezzi, la riduzione media attesa rispetto all’anno precedente è di almeno il 30% (510 milioni di spostamenti).
L’Associazione ha sottolineato che l’impatto in termini di ricavi tariffari non incassati è di un miliardo e 700mila euro circa nel 2020, cui occorre sommare 150 milioni di oneri ulteriori connessi al rimborso dei titoli di viaggio non utilizzati previsto dall’articolo 215 del decreto Rilancio.


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