TPL e sostenibilità: ecco perché è necessario spendere le risorse disponibili nel modo più efficiente possibile

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Le analisi svolte dallo studio dell’Università Sapienza, presentato lo scorso ottobre a Misano nell’ambito di IBE – ANAV Conference 2019, confermano una volta di più che i 3.700 milioni in quindici anni (2019-2023) messi a disposizione dal Piano Strategico Nazionale di Mobilità Sostenibile (PSNMS) sono del tutto insufficienti – considerata l’elevata età media del parco autobus attualmente in circolazione – a sostenere un rinnovo del parco mezzi che, nel medio termine, possa avvicinare il nostro Paese ai migliori standard europei di 7 anni di anzianità. E questo perché, come ha evidenziato il Presidente dell’ANAV Giuseppe Vinella, i fondi messi a disposizione non sono aggiuntivi rispetto a una normale remunerazione dei costi di ammortamento del capitale investito, ma sostituiscono la cronica assenza del riconoscimento dei costi degli investimenti nei corrispettivi di servizio calcolati secondo valori standard, che a regime rappresenta l’unica soluzione possibile al problema del rinnovo dei parchi aziendali.

Dati gli stringenti vincoli di bilancio che pesano sul nostro Paese, che non lasciano intravedere nel breve termine ulteriori interventi di rifinanziamento di una qualche rilevanza, occorre ancor di più impegnarsi affinché le limitate risorse disponibili vengano spese nel modo più efficiente ed efficace possibile. La maggior parte delle risorse stanziate con il PSNMS è destinata al finanziamento di investimenti in autobus elettrici e in impianti infrastrutturali di base a servizio degli stessi, ma la diffusione generalizzata di mezzi elettrici produrrà i suoi veri benefici solo quando la produzione di energia elettrica sarà garantita in prevalenza da fonti rinnovabili. In questa fase di transizione, che non sarà breve per vincoli tecnologici, ma ancor di più per i necessari tempi di riconversione dell’assetto produttivo, una strategia ottimale di rinnovo del parco autobus di TPL deve, invece, puntare ad una introduzione graduale ed equilibrata dei mezzi ad alimentazione alternativa affiancata dagli investimenti in autobus di ultima generazione ad alimentazione tradizionale. È ampiamente dimostrato, d’altro canto, che le tecnologie innovative applicate agli autobus di classe ambientale Euro VI hanno determinato un notevole abbattimento delle emissioni inquinanti, al punto che le emissioni di NOx risultano in termini assoluti addirittura inferiori rispetto a quelle di un’autovettura (0,12 g/km vs. 0,35 g/km).

I vantaggi di una transizione graduale. Procedere sulla strada di una graduale transizione verso motorizzazioni ad alimentazione alternativa avrebbe un duplice vantaggio: da un lato, infatti, gli impatti benefici sulle emissioni di inquinanti e gas serra del parco autobus TPL risulterebbero confrontabili, ma dall’altro, in considerazione del costo sensibilmente minore degli autobus Euro VI rispetto ai bus elettrici, il rinnovo del parco stesso sarebbe molto più rapido e ampio ed in grado di massimizzare l’innesco di un shift modale dalla autovettura alla mobilità collettiva, vero driver di sostenibilità e di riduzione delle emissioni inquinanti e della CO2 nel campo dei trasporti.

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