UN BUS CONTRO IL CYBERBULLISMO: L’INIZIATIVA DELLA POLIZIA POSTALE

Una iniziativa sociale e di legalità importantissima è quella che sta portando avanti la Polizia Postale attraverso un bus itinerante che, facendo tappa nelle principali città italiane, diffonde le corrette informazioni per il buon uso della rete e dei social per tutelare i minori e non solo.

L’ultima tappa del bus contro il «cyberbullismo» della Polizia Postale è stata Domodossola,  il secondo comune più grande della provincia del Verbano Cusio Ossola in Piemonte.

La Polizia delle Comunicazioni promuove, infatti, progetti per sensibilizzare i giovani nei confronti del cattivo uso della rete perché solo una buona informazione può aiutare a tutelare i più piccoli.

Consapevole di queste criticità, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha predisposto una nuova edizione, la quinta, della campagna educativa itinerante “Una vita da social”.

In tutto 47 tappe, dislocate sul territorio nazionale per raggiungere, in ogni parte d’Italia, studenti, insegnanti e genitori al fine di diffondere una maggiore consapevolezza dei rischi e dei pericoli della “Rete”.

Quali, secondo la Polizia, le principali caratteristiche dei cyberbulli?

«Hanno Un’età compresa tra i 10 e i 16 anni, hanno un’immagine di bravi studenti, una competenza informatica superiore alla media, incapacità a valutare la gravità delle azioni compiute on-line».

Un identikit – insomma – del cyber bullo che usa internet per realizzare quello che magari non riesce a vendicare nella vita reale, quello che non ha il coraggio di fare nel cortile della scuola.

I cyberbulli si conoscono tra i banchi di scuola o nella palestra del pomeriggio. Tramite il click del mouse, si sostituiscono ai compagni di classe più timidi sui social network, a nome di altri diffondono immagini e informazioni riservate tramite gli smartphone, raccontano particolari personali o dichiarano disponibilità sessuali a nome delle compagne: questi i comportamenti devianti più spesso arrivati all’attenzione degli agenti della Polizia.

 


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